+CSS+
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

+CSS+

Forum della tribù +CSS+
 
IndiceGalleriaUltime immaginiCercaRegistratiAccedi
Aprile 2024
LunMarMerGioVenSabDom
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
2930     
CalendarioCalendario
Cerca
 
 

Risultati per:
 
Rechercher Ricerca avanzata
Forum

 

 Il Santo del Giorno

Andare in basso 
+3
Luminiscente
Lord Farlock
buemuskiato
7 partecipanti
Vai alla pagina : 1, 2  Successivo
AutoreMessaggio
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeGio 21 Mag 2009, 20:22




Beata Vergine Maria di San Luca

La venerazione verso la
Madonna di San Luca, con il culto del vescovo S. Petronio, costituisce
un dato caratterizzante la città e diocesi di Bologna. Questo vincolo
di grazia e benedizione, iniziato con la fondazione della chiesa sul
Monte della Guardia nel 1194, ebbe una storica conferma allorchè
durante l'episcopato del beato Nicolò Albergati, il 4 luglio 1433, la
venerata immagine scese per la prima volta dal Colle della Guardia per
liberare la città dalle piogge diluviali. Dal 1476 la visita della B.
Vergine si verifica con cadenza annuale nei giorni delle Rogazioni
antecedenti l'Ascensione. Ogni evento, triste e lieto, della storia di
Bologna si riflette su questa immagine dolce e austera, che appartiene
al modello della Hodigitria, cioè di Colei che indica la Via. Maria
sembra ripetere ai Bolognesi le parole pronunciate a Cana: "Fate quello
che Egli vi dirà" (cfr. Gv 2,5). La Madonna di San Luca, incoronata
dall'arcivescovo Alfonso Paleotti nel 1603, ricevette un prezioso
regale diadema per le mani di Pio IX il 10 giugno 1857 nel corso del
viaggio alle Legazioni Pontificie.




Il Santo del Giorno SANLUCABO1
Il Santo del Giorno SANLUCABO2
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeVen 22 Mag 2009, 08:08

SANTA RITA DA CASCIA

Fra le tante
stranezze o fatti strepitosi che accompagnano la vita dei santi, prima
e dopo la morte, ce n'è uno in particolare che riguarda s. Rita da
Cascia, una delle sante più venerate in Italia e nel mondo cattolico,
ed è che essa è stata beatificata ben 180 anni dopo la sua morte e
addirittura proclamata santa a 453 anni dalla morte.
Quindi una santa che ha avuto un cammino ufficiale per la sua
canonizzazione molto lento (si pensi che sant’Antonio di Padova fu
proclamato santo un anno dopo la morte), ma nonostante ciò s. Rita è
stata ed è una delle più venerate ed invocate figure della santità
cattolica, per i prodigi operati e per la sua umanissima vicenda
terrena.
Rita ha il titolo di “santa dei casi impossibili”, cioè di quei casi
clinici o di vita, per cui non ci sono più speranze e che con la sua
intercessione, tante volte miracolosamente si sono risolti.
Nacque intorno al 1381 a Roccaporena, un villaggio montano a 710 metri
s. m. nel Comune di Cascia, in provincia di Perugia; i suoi genitori
Antonio Lottius e Amata Ferri erano già in età matura quando si
sposarono e solo dopo dodici anni di vane attese, nacque Rita, accolta
come un dono della Provvidenza.
La vita di Rita fu intessuta di fatti prodigiosi, che la tradizione,
più che le poche notizie certe che possediamo, ci hanno tramandato; ma
come in tutte le leggende c’è alla base senz’altro un fondo di verità.
Si racconta quindi che la madre molto devota, ebbe la visione di un
angelo che le annunciava la tardiva gravidanza, che avrebbero ricevuto
una figlia e che avrebbero dovuto chiamarla Rita; in ciò c’è una
similitudine con s. Giovanni Battista, anch’egli nato da genitori
anziani e con il nome suggerito da una visione.
Poiché a Roccaporena mancava una chiesa con fonte battesimale, la
piccola Rita venne battezzata nella chiesa di S. Maria della Plebe a
Cascia e alla sua infanzia è legato un fatto prodigioso; dopo qualche
mese, i genitori, presero a portare la neonata con loro durante il
lavoro nei campi, riponendola in un cestello di vimini poco distante.
E un giorno mentre la piccola riposava all’ombra di un albero, mentre i
genitori stavano un po’ più lontani, uno sciame di api le circondò la
testa senza pungerla, anzi alcune di esse entrarono nella boccuccia
aperta depositandovi del miele. Nel frattempo un contadino che si era
ferito con la falce ad una mano, lasciò il lavoro per correre a Cascia
per farsi medicare; passando davanti al cestello e visto la scena,
prese a cacciare via le api e qui avvenne la seconda fase del prodigio,
man mano che scuoteva le braccia per farle andare via, la ferita si
rimarginò completamente. L’uomo gridò al miracolo e con lui tutti gli
abitanti di Roccaporena, che seppero del prodigio.
Rita crebbe nell’ubbidienza ai genitori, i quali a loro volta
inculcarono nella figlia tanto attesa, i più vivi sentimenti religiosi;
visse un’infanzia e un’adolescenza nel tranquillo borgo di Roccaporena,
dove la sua famiglia aveva una posizione comunque benestante e con un
certo prestigio legale, perché a quanto sembra ai membri della casata
Lottius, veniva attribuita la carica di ‘pacieri’ nelle controversie
civili e penali del borgo.
Già dai primi anni dell’adolescenza Rita manifestò apertamente la sua
vocazione ad una vita religiosa, infatti ogni volta che le era
possibile, si ritirava nel piccolo oratorio, fatto costruire in casa
con il consenso dei genitori, oppure correva al monastero di Santa
Maria Maddalena nella vicina Cascia, dove forse era suora una sua
parente.
Frequentava anche la chiesa di S. Agostino, scegliendo come suoi
protettori i santi che lì si veneravano, oltre s. Agostino, s. Giovanni
Battista e Nicola da Tolentino, canonizzato poi nel 1446. Aveva tredici
anni quando i genitori, forse obbligati a farlo, la promisero in
matrimonio a Fernando Mancini, un giovane del borgo, conosciuto per il
suo carattere forte, impetuoso, perfino secondo alcuni studiosi,
brutale e violento.
Rita non ne fu entusiasta, perché altre erano le sue aspirazioni, ma in
quell’epoca il matrimonio non era tanto stabilito dalla scelta dei
fidanzati, quando dagli interessi delle famiglie, pertanto ella dovette
cedere alle insistenze dei genitori e andò sposa a quel giovane
ufficiale che comandava la guarnigione di Collegiacone, del quale “fu
vittima e moglie”, come fu poi detto.
Da lui sopportò con pazienza ogni maltrattamento, senza mai lamentarsi,
chiedendogli con ubbidienza perfino il permesso di andare in chiesa.
Con la nascita di due gemelli e la sua perseveranza di rispondere con
la dolcezza alla violenza, riuscì a trasformare con il tempo il
carattere del marito e renderlo più docile; fu un cambiamento che fece
gioire tutta Roccaporena, che per anni ne aveva dovuto subire le
angherie.
I figli Giangiacomo Antonio e Paolo Maria, crebbero educati da Rita
Lottius secondo i principi che le erano stati inculcati dai suoi
genitori, ma essi purtroppo assimilarono anche gli ideali e regole
della comunità casciana, che fra l’altro riteneva legittima la vendetta.
E venne dopo qualche anno, in un periodo non precisato, che a Rita
morirono i due anziani genitori e poi il marito fu ucciso in
un’imboscata una sera mentre tornava a casa da Cascia; fu opera
senz’altro di qualcuno che non gli aveva perdonato le precedenti
violenze subite.
Ai figli ormai quindicenni, cercò di nascondere la morte violenta del
padre, ma da quel drammatico giorno, visse con il timore della perdita
anche dei figli, perché aveva saputo che gli uccisori del marito, erano
decisi ad eliminare gli appartenenti al cognome Mancini; nello stesso
tempo i suoi cognati erano decisi a vendicare l’uccisione di Fernando
Mancini e quindi anche i figli sarebbero stati coinvolti nella faida di
vendette che ne sarebbe seguita.
Narra la leggenda che Rita per sottrarli a questa sorte, abbia pregato
Cristo di non permettere che le anime dei suoi figli si perdessero, ma
piuttosto di toglierli dal mondo, “Io te li dono. Fà di loro secondo la
tua volontà”. Comunque un anno dopo i due fratelli si ammalarono e
morirono, fra il dolore cocente della madre.
A questo punto inserisco una riflessione personale, sono del Sud Italia
e in alcune regioni, esistono realtà di malavita organizzata, ma in
alcuni paesi anche faide familiari, proprio come al tempo di s. Rita,
che periodicamente lasciano sul terreno morti di ambo le parti. Solo
che oggi abbiamo sempre più spesso donne che nell’attività malavitosa,
si sostituiscono agli uomini uccisi, imprigionati o fuggitivi; oppure
ad istigare altri familiari o componenti delle bande a vendicarsi,
quindi abbiamo donne di mafia, di camorra, di ‘ndrangheta, di faide
familiari, ecc.
Al contrario di s. Rita che pur di spezzare l’incipiente faida
creatasi, chiese a Dio di riprendersi i figli, purché non si
macchiassero a loro volta della vendetta e dell’omicidio.
S. Rita è un modello di donna adatto per i tempi duri. I suoi furono
giorni di un secolo tragico per le lotte fratricide, le pestilenze, le
carestie, con gli eserciti di ventura che invadevano di continuo
l’Italia e anche se nella bella Valnerina questi eserciti non
passarono, nondimeno la fame era presente.
Poi la violenza delle faide locali aggredì l’esistenza di Rita Lottius,
distruggendo quello che si era costruito; ma lei non si abbatté, non
passò il resto dei suoi giorni a piangere, ma ebbe il coraggio di
lottare, per fermare la vendetta e scegliere la pace. Venne circondata
subito di una buona fama, la gente di Roccaporena la cercava come
popolare giudice di pace, in quel covo di vipere che erano i Comuni
medioevali. Esempio fulgido di un ruolo determinante ed attivo della
donna, nel campo sociale, della pace, della giustizia.
Ormai libera da vincoli familiari, si rivolse alle Suore Agostiniane
del monastero di S. Maria Maddalena di Cascia per essere accolta fra
loro; ma fu respinta per tre volte, nonostante le sue suppliche. I
motivi non sono chiari, ma sembra che le Suore temessero di essere
coinvolte nella faida tra famiglie del luogo e solo dopo una
riappacificazione, avvenuta pubblicamente fra i fratelli del marito ed
i suoi uccisori, essa venne accettata nel monastero.
Per la tradizione, l’ingresso avvenne per un fatto miracoloso, si narra
che una notte, Rita come al solito, si era recata a pregare sullo
“Scoglio” (specie di sperone di montagna che s’innalza per un centinaio
di metri al disopra del villaggio di Roccaporena), qui ebbe la visione
dei suoi tre santi protettori già citati, che la trasportarono a
Cascia, introducendola nel monastero, si cita l’anno 1407; quando le
suore la videro in orazione nel loro coro, nonostante tutte le porte
chiuse, convinte dal prodigio e dal suo sorriso, l’accolsero fra loro.
Quando avvenne ciò Rita era intorno ai trent’anni e benché fosse
illetterata, fu ammessa fra le monache coriste, cioè quelle suore che
sapendo leggere potevano recitare l’Ufficio divino, ma evidentemente
per Rita fu fatta un’eccezione, sostituendo l’ufficio divino con altre
orazioni.
La nuova suora s’inserì nella comunità conducendo una vita di esemplare
santità, praticando carità e pietà e tante penitenze, che in breve
suscitò l’ammirazione delle consorelle. Devotissima alla Passione di
Cristo, desiderò di condividerne i dolori e questo costituì il tema
principale delle sue meditazioni e preghiere.
Gesù l’esaudì e un giorno nel 1432, mentre era in contemplazione
davanti al Crocifisso, sentì una spina della corona del Cristo
conficcarsi nella fronte, producendole una profonda piaga, che poi
divenne purulenta e putrescente, costringendola ad una continua
segregazione.
La ferita scomparve soltanto in occasione di un suo pellegrinaggio a
Roma, fatto per perorare la causa di canonizzazione di s. Nicola da
Tolentino, sospesa dal secolo precedente; ciò le permise di circolare
fra la gente.
Si era talmente immedesimata nella Croce, che visse nella sofferenza
gli ultimi quindici anni, logorata dalle fatiche, dalle sofferenze, ma
anche dai digiuni e dall’uso dei flagelli, che erano tanti e di varie
specie; negli ultimi quattro anni si cibava così poco, che forse la
Comunione eucaristica era il suo unico sostentamento e fu costretta a
restare coricata sul suo giaciglio.
E in questa fase finale della sua vita, avvenne un altro prodigio,
essendo immobile a letto, ricevé la visita di una parente, che nel
congedarsi le chiese se desiderava qualcosa della sua casa di
Roccaporena e Rita rispose che le sarebbe piaciuto avere una rosa
dall’orto, ma la parente obiettò che si era in pieno inverno e quindi
ciò non era possibile, ma Rita insisté.
Tornata a Roccaporena la parente si recò nell’orticello e in mezzo ad
un rosaio, vide una bella rosa sbocciata, stupita la colse e la portò
da Rita a Cascia, la quale ringraziando la consegnò alle meravigliate
consorelle.
Così la santa vedova, madre, suora, divenne la santa della ‘Spina’ e la
santa della ‘Rosa’; nel giorno della sua festa questi fiori vengono
benedetti e distribuiti ai fedeli.
Il 22 maggio 1447 Rita si spense, mentre le campane da sole suonavano a
festa, annunciando la sua ‘nascita’ al cielo. Si narra che il giorno
dei funerali, quando ormai si era sparsa la voce dei miracoli attorno
al suo corpo, comparvero delle api nere, che si annidarono nelle mura
del convento e ancora oggi sono lì, sono api che non hanno un alveare,
non fanno miele e da cinque secoli si riproducono fra quelle mura.
Per singolare privilegio il suo corpo non fu mai sepolto, in qualche
modo trattato secondo le tecniche di allora, fu deposto in una cassa di
cipresso, poi andata persa in un successivo incendio, mentre il corpo
miracolosamente ne uscì indenne e riposto in un artistico sarcofago
ligneo, opera di Cesco Barbari, un falegname di Cascia, devoto risanato
per intercessione della santa.
Sul sarcofago sono vari dipinti di Antonio da Norcia (1457), sul
coperchio è dipinta la santa in abito agostiniano, stesa nel sonno
della morte su un drappo stellato; il sarcofago è oggi conservato nella
nuova basilica costruita nel 1937-1947; anche il corpo riposa
incorrotto in un’urna trasparente, esposto alla venerazione degli
innumerevoli fedeli, nella cappella della santa nella
Basilica-Santuario di S. Rita a Cascia.
Accanto al cuscino è dipinta una lunga iscrizione metrica che accenna
alla vita della “Gemma dell’Umbria”, al suo amore per la Croce e agli
altri episodi della sua vita di monaca santa; l’epitaffio è in antico
umbro ed è di grande interesse quindi per conoscere il profilo
spirituale di S. Rita.
Bisogna dire che il corpo rimasto prodigiosamente incorrotto e a
differenza di quello di altri santi, non si è incartapecorito, appare
come una persona morta da poco e non presenta sulla fronte la famosa
piaga della spina, che si rimarginò inspiegabilmente dopo la morte.
Tutto ciò è documentato dalle relazioni mediche effettuate durante il
processo per la beatificazione, avvenuta nel 1627 con papa Urbano VIII;
il culto proseguì ininterrotto per la santa chiamata “la Rosa di
Roccaporena”; il 24 maggio 1900 papa Leone XIII la canonizzò
solennemente.
Al suo nome vennero intitolate tante iniziative assistenziali,
monasteri, chiese in tutto il mondo; è sorta anche una pia unione
denominata “Opera di S. Rita” preposta al culto della santa, alla sua
conoscenza, ai continui pellegrinaggi e fra le tante sue realizzazioni
effettuate, la cappella della sua casa, la cappella del “Sacro Scoglio”
dove pregava, il santuario di Roccaporena, l’Orfanotrofio, la Casa del
Pellegrino.
Il cuore del culto comunque resta il Santuario ed il monastero di
Cascia, che con Assisi, Norcia, Cortona, costituiscono le culle della
grande santità umbra.
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeSab 23 Mag 2009, 10:43

San Giovanni Battista de' Rossi Sacerdote

Voltaggio, Genova, 22 febbraio 1698 - 23 maggio 1764

Nacque nel 1698 a Voltaggio, in provincia di Genova ma a 13 anni, per motivi di studio, si trasferì a Roma nella casa di uno zio sacerdote, canonico a Santa Maria in Cosmedin. A Roma frequentò il liceo presso i gesuiti del Collegio Romano avviandosi agli ordini sacri. In quel periodo fu colto dai primi attacchi di epilessia, malattia che lo avrebbe fatto soffrire per tutta la vita. Venne ordinato sacerdote l'8 marzo 1721 e da allora diede ancora più slancio al suo apostolato, avviato in precedenza, tra gli studenti, i poveri e gli emarginati. Sulla scia di quell'impegno nacque la Pia Unione dei sacerdoti secolari di Santa Galla dal nome di un ospizio maschile da lui diretto. Giovanni ne volle uno anche per donne e lo dedicò a Luigi Gonzaga santo cui era devotissimo. Eletto canonico di Santa Maria in Cosmedin, venne dispensato dall'obbligo del coro per potersi dedicare con maggiore libertà ai suoi impegni apostolici. Negli ultimi mesi di vita l'epilessia si aggravò costringendolo a un vero e proprio calvario. Morì il 23 maggio 1764. Fu canonizzato da Leone XIII l'8 dicembre 1881.

Non è nato per essere capo: a lui basta ubbidire e lavorare sodo, sia da laico come poi da sacerdote. Giovanni Battista de’ Rossi è uno dei pochi sopravvissuti di una famiglia segnata da troppi lutti: il papà muore prematuramente, e la maggior parte dei fratellini se ne va prima di raggiungere l’adolescenza. E’ nato nel 1698 a Voltaggio, nell’alessandrino, ma frequenta il genovese per le scuole che una famiglia benestante gli fa frequentare, perché chi lo avvicina resta incantato dalla sua intelligenza ma soprattutto dalla sua pietà e dalla dolcezza del suo carattere. Alla morte di papà alcuni sacerdoti, parenti o amici di famiglia, lo accolgono per carità e gli fanno proseguire gli studi e, di trasferimento in trasferimento, togliendo così alla famiglia il peso di una bocca in più da sfamare. arriva fino a Roma. Dove, com’è naturale, si prepara al sacerdozio, assecondando una vocazione che nutre fin da bambino, aiutato anche da un’intelligenza non comune che gli permette di completare in anticipo gli studi per cui è necessario ottenere dal papa la dispensa per l’ordinazione sacerdotale. Non aspetta però il sacerdozio per buttarsi nell’apostolato: gli oratori romani e i gruppi studenteschi lo vedono protagonista attivo: mai con ruolo dirigenziale, solo e sempre come semplice gregario. E sono proprio i giovani a fargli corona alla prima messa, che celebra all’altare di San Luigi, nella chiesa di Sant’Ignazio, a marzo del 1721. Ormai la sua strada è tracciata: precedenza assoluta ai giovani, alla catechesi, alle fasce più deboli della Roma del suo tempo, ai malati che visita a domicilio per portare conforto cristiano e sostegno materiale. Un occhio di riguardo lo vuole avere anche per i confratelli sacerdoti, per i quali fonda la Pia Unione dei Sacerdoti Secolari: sostegno, arricchimento spirituale, aggiornamento culturale per un clero che a metà Settecento non brillava per cultura e preparazione teologica. Il resto della sua vita lo trascorre in confessionale: chiede ed ottiene la facoltà di confessare solo a 40 anni, ma da quel momento sarà questo il suo apostolato specifico, che porta i romani ad assediarlo nel confessionale per lunghissime ore ogni giorno ed a renderlo ricercatissimo per la direzione spirituale. C’è chi si domanda come faccia a reggere ad un così intenso ritmo di lavoro apostolico per le strade del quartiere del Campidoglio, sui pulpiti, nei confessionali, nei tuguri della povera gente, al letto degli ammalati. Tanto più che lui stesso non è la salute fatta persona, soggetto com’è a frequenti crisi epilettiche e tormentato da una fastidiosa malattia agli occhi: la sua vita vorticosa e la sua inarrestabile carità rappresentano il trionfo della volontà sulla fragilità fisica, dell’impegno apostolico sui limiti imposti dalla malattia. Nato da famiglia umile e povera, tale sceglie di restare fino alla morte, che sopraggiunge il 23 maggio 1764, ad appena 66 anni. Beatificato da Pio IX nel 1860, sarà proclamato santo da Leone XIII nel 1881.
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeDom 24 Mag 2009, 09:43

ASCENSIONE

Il Santo del Giorno 20263

L’Ascensione di Gesù al Cielo, è la grandiosa conclusione della permanenza visibile di Dio fra gli uomini, preludio della Pentecoste, inizia la storia della Chiesa e apre la diffusione del cristianesimo nel mondo.

Senso biblico del termine ‘Ascensione’
Secondo una concezione spontanea e universale, riconosciuta dalla Bibbia, Dio abita in un luogo superiore e l’uomo per incontrarlo deve elevarsi, salire.
L’idea dell’avvicinamento con Dio, è data spontaneamente dal monte e nell’Esodo (19, 3), a Mosè viene trasmessa la proibizione di salire verso il Sinai, che sottintendeva soprattutto quest’avvicinamento al Signore; “Delimita il monte tutt’intorno e dì al popolo; non salite sul monte e non toccate le falde. Chiunque toccherà le falde sarà messo a morte”.
Il comando di Iavhè non si riferisce tanto ad una salita locale, ma ad un avvicinamento spirituale; bisogna prima purificarsi e raccogliersi per poter udire la sua voce. Non solo Dio abita in alto, ma ha scelto i luoghi elevati per stabilirvi la sua dimora; anche per andare ai suoi santuari bisogna ‘salire’.
Così lungo tutta la Bibbia, i riferimenti al ‘salire’ sono tanti e continui e quando Gerusalemme prende il posto degli antici santuari, le folle dei pellegrini ‘salgono’ festose il monte santo; “Ascendere” a Gerusalemme, significava andare a Iavhè, e il termine, obbligato dalla reale posizione geografica, veniva usato sia dalla simbologia popolare per chi entrava nella terra promessa, come per chi ‘saliva’ nella città santa.
Nel Nuovo Testamento, lo stesso Gesù ‘sale’ a Gerusalemme con i genitori, quando si incontra con i dottori nel Tempio e ancora ‘sale’ alla città santa, quale preludio all’”elevazione” sulla croce e alla gloriosa Ascensione.

I testi che segnalano l’Ascensione
I Libri del Nuovo Testamento contengono sporadici accenni al mistero dell’Ascensione; i Vangeli di Matteo e di Giovanni non ne parlano e ambedue terminano con il racconto di apparizioni posteriori alla Resurrezione.
Marco finisce dicendo: “Gesù… fu assunto in cielo e si assise alla destra di Dio” (XVI, 10); ne parla invece Luca: “Poi li condusse fin verso Betania, e alzate le mani, li benedisse. E avvenne che nel benedirli si staccò da loro e fu portato verso il cielo” (XXIV, 50-51).
Ancora Luca negli Atti degli Apostoli, attribuitigli come autore sin dai primi tempi, al capitolo iniziale (1, 11), colloca l’Ascensione sul Monte degli Ulivi, al 40° giorno dopo la Pasqua e aggiunge: “Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato tra di voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”.
Gli altri autori accennano solo saltuariamente al fatto o lo presuppongono, lo stesso s. Paolo pur conoscendo il rapporto tra la Risurrezione e la glorificazione, non si pone il problema del come Gesù sia entrato nel mondo celeste e si sia trasfigurato; infatti nelle varie lettere egli non menziona il passaggio dalla fase terrestre a quella celeste.
Ma essi ribadiscono l’intronizzazione di Cristo alla destra del Padre, dove rimarrà fino alla fine dei secoli, ammantato di potenza e di gloria; “Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo sta assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra; siete morti infatti, e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!” (Colossesi, 3, 1-3).

I dati storici dell’Ascensione
Luca, il terzo evangelista, negli “Atti degli Apostoli” specifica che Gesù dopo la sua passione, si mostrò agli undici apostoli rimasti, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del Regno di Dio; bisogna dire che il numero di ‘quaranta giorni’ è denso di simbolismi, che ricorre spesso negli avvenimenti del popolo ebraico errante, ma anche con Gesù, che digiunò nel deserto per 40 giorni.
San Paolo negli stessi ‘Atti’ (13, 31) dice che il Signore si fece vedere dai suoi per “molti giorni”, senza specificarne il numero, quindi è ipotesi attendibile, che si tratti di un numero simbolico.
L’Ascensione secondo Luca, avvenne sul Monte degli Ulivi, quando Gesù con gli Apostoli ai quali era apparso, si avviava verso Betania, dopo aver ripetuto le sue promesse e invocato su di loro la protezione e l’assistenza divina, ed elevandosi verso il cielo come descritto prima (Atti, 1-11).
Il monte Oliveto, da cui Gesù salì al Cielo, fu abbellito da sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino con una bella basilica; verso la fine del secolo IV, la ricca matrona Poemenia edificò un’altra grande basilica, ricca di mosaici e marmi pregiati, sul tipo del Pantheon di Roma, nel luogo preciso dell’Ascensione segnato al centro da una piccola rotonda.
Poi nelle alterne vicende che videro nei secoli contrapposti Musulmani e Cristiani, Arabi e Crociati, alla fine le basiliche furono distrutte; nel 1920-27 per voto del mondo cattolico, sui resti degli scavi fu eretto un grandioso tempio al Sacro Cuore, mentre l’edicola rotonda della chiesa di Poemenia, divenne dal secolo XVI una piccola moschea ottagonale.

Il significato dell’Ascensione
San Giovanni nel quarto Vangelo, pone il trionfo di Cristo nella sua completezza nella Resurrezione, e del resto anche gli altri evangelisti dando scarso rilievo all’Ascensione, confermano che la vera ascensione, cioè la trasfigurazione e il passaggio di Gesù nel mondo della gloria, sia avvenuta il mattino di Pasqua, evento sfuggito ad ogni esperienza e fuori da ogni umano controllo.
Quindi correggendo una mentalità sufficientemente diffusa, i testi evangelici invitano a collocare l’ascensione e l’intronizzazione di Gesù alla destra del Padre, nello stesso giorno della sua morte, egli è tornato poi dal Cielo per manifestarsi ai suoi e completare la sua predicazione per un periodo di ‘quaranta’ giorni.
Quindi l’Ascensione raccontata da Luca, Marco e dagli Atti degli Apostoli, non si riferisce al primo ingresso del Salvatore nella gloria, quanto piuttosto l’ultima apparizione e partenza che chiude le sue manifestazioni visibili sulla terra.
Pertanto l’intento dei racconti dell’Ascensione non è quello di descrivere il reale ritorno al Padre, ma di far conoscere alcuni tratti dell’ultima manifestazione di Gesù, una manifestazione di congedo, necessaria perché Egli deve ritornare al Padre per completare tutta la Redenzione: “Se non vado non verrà a voi il Consolatore, se invece vado ve lo manderò” (Giov. 16, 5-7).
Il catechismo della Chiesa Cattolica dà all’Ascensione questa definizione: “Dopo quaranta giorni da quando si era mostrato agli Apostoli sotto i tratti di un’umanità ordinaria, che velavano la sua gloria di Risorto, Cristo sale al cielo e siede alla destra del Padre. Egli è il Signore, che regna ormai con la sua umanità nella gloria eterna di Figlio di Dio e intercede incessantemente in nostro favore presso il Padre. Ci manda il suo Spirito e ci dà la speranza di raggiungerlo un giorno, avendoci preparato un posto”.

La celebrazione della festa liturgica e civile
La prima testimonianza della festa dell’Ascensione, è data dallo storico delle origini della Chiesa, il vescovo di Cesarea, Eusebio (265-340); la festa cadendo nel giovedì che segue la quinta domenica dopo Pasqua, è festa mobile e in alcune Nazioni cattoliche è festa di precetto, riconosciuta nel calendario civile a tutti gli effetti.
In Italia previo accordo con lo Stato Italiano, che richiedeva una riforma delle festività, per eliminare alcuni ponti festivi, la CEI ha fissato la festa liturgica e civile, nella domenica successiva ai canonici 40 giorni dopo Pasqua.
Al giorno dell’Ascensione si collegano molte feste popolari italiane in cui rivivono antiche tradizioni, soprattutto legate al valore terapeutico, che verrebbe conferito da una benedizione divina alle acque (o in altre regioni alle uova).
A Venezia aveva luogo una grande fiera, accompagnata dallo ‘Sposalizio del mare’, cerimonia nella quale il Doge a bordo del ‘Bucintoro’, gettava nelle acque della laguna un anello, per simboleggiare il dominio di Venezia sul mare; a Bari la benedizione delle acque marine, a Firenze si celebra la ‘Festa del grillo’.

L’Ascensione nell’arte
Il racconto scritturale dell’Ascensione di Gesù Cristo e la celebrazione liturgica di questo mistero, ispirarono numerose figurazioni, che possiamo trovare in miniature di codici famosi, fra tutti l’Evangeliario siriano di Rabula nella Biblioteca Laurenziana di Firenze, e in mosaici ed avori a partire dal sec. V.
Il tema dell’Ascensione, si adattò bene al ritmo verticaleggiante dei timpani, sovrastanti le porte delle chiese romaniche e gotiche; esempio insigne il timpano della porta settentrionale della cattedrale di Chartres (XII sec.).
Ma la rappresentazione, raggiunse notevole valore artistico con Giotto (1266-1337) che raffigurò l’Ascensione nella Cappella degli Scrovegni a Padova. Si ricorda inoltre un affresco di Buffalmacco (XIII sec.) nel Camposanto di Pisa; una terracotta di Luca Della Robbia (1400-1482) nel Museo Nazionale di Firenze; un affresco di Melozzo da Forlì († 1494) ora nel Palazzo del Quirinale a Roma; una tavola del Mantegna (1431-1506) a Firenze, Galleria degli Uffizi; una pala del Perugino († 1523) ora nel Museo di Lione; il noto affresco del Correggio († 1534) nella cupola della Chiesa di S. Giovanni a Parma; l’affresco del Tintoretto († 1594) nella Scuola di S. Rocco a Venezia; ecc.
In un’ampolla del tesoro del Duomo di Monza, Cristo ascende in cielo, secondo una tipica iconografia orientale, assiso in trono; in altre raffigurazioni Egli ascende al Cielo fra uno stuolo di Angeli, di fronte agli sguardi estatici degli Apostoli e della Vergine.
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
Lord Farlock
+CSS+ Gran Maestro
+CSS+ Gran Maestro
Lord Farlock


Numero di messaggi : 31
Data d'iscrizione : 30.12.08

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeDom 24 Mag 2009, 14:52

Finalmente, Padre... Ci mancava l'angolo della riflessione e della preghiera, con tutta l'eresia che serpeggia per il mondo... Grazie
hail papa
Torna in alto Andare in basso
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeLun 25 Mag 2009, 08:10

Santa Maria Maddalena de' Pazzi Vergine

Firenze, 2 aprile 1566 - 25 maggio 1607

Nasce nel 1566 e appartiene alla casata de' Pazzi, potenti (e violenti) per generazioni a Firenze, e ancora autorevoli alla sua epoca. Battezzata con il nome di Caterina, a 16 anni entra nel monastero carmelitano di Santa Maria degli Angeli in Firenze e come novizia prende il nome di Maria Maddalena. Nel maggio 1584 soffre di una misteriosa malattia che le impedisce di stare coricata. Al momento di pronunciare i voti, devono portarla davanti all'altare nel suo letto. Da questo momento vivrà diverse estasi, che si succederanno per molti anni. Le descrivono cinque volumi di manoscritti, opera di consorelle che registravano gesti e parole sue in quelle ore. Più tardi le voci dall'alto le chiedono di promuovere la «rinnovazione della Chiesa» (iniziata dal Concilio di Trento con i suoi decreti), esortando e ammonendo le sue gerarchie. Scrive così a papa Sisto V, ai cardinali della curia; e tre lettere manda ad Alessandro de' Medici, arcivescovo di Firenze, predicendogli il suo breve pontificato. La mistica morirà nel 1607 dopo lunghe malattie

Il Santo del Giorno 27450

Il Santo del Giorno 27450A

Il Santo del Giorno 27450B

Il Santo del Giorno 27450D
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeMar 26 Mag 2009, 11:09

San Filippo Neri Sacerdote

26 maggio

Firenze, 1515 - Roma, 26 maggio 1595

L'uomo che sarebbe stato chiamato "l'Apostolo della città di Roma" era figlio di un notaio fiorentino di buona famiglia. Ricevette una buona istruzione e poi fece pratica dell'attività di suo padre; ma aveva subito l'influenza dei domenicani di san Marco, dove Savonarola era stato frate non molto tempo prima, e dei benedettini di Montecassino, e all'età di diciott'anni abbandonò gli affari e andò a Roma. Là visse come laico per diciassette anni e inizialmente si guadagnò da vivere facendo il precettore, scrisse poesie e studiò filosofia e teologia. A quel tempo la città era in uno stato di grande corruzione, e nel 1538 Filippo Neri cominciò a lavorare fra ? g?ovam della città e fondò una confraternita di laici che si incontravano per adorare Dio e per dare aiuto ai pellegrini e ai convalescenti, e che gradualmente diedero vita al grande ospizio della Trinità. Filippo passava molto tempo in preghiera, specialmente di notte e nella catacomba di san Sebastiano, dove nel 1544 sperimentò un'estasi di amore divino che si crede abbia lasciato un effetto fisico permanente sul suo cuore. Nel 1551 Filippo Neri fu ordinato prete e andò a vivere nel convitto ecclesiastico di san Girolamo, dove presto si fece un nome come confessore; gli fu attribuito il dono di saper leggere nei cuori. Ma la sua occupazione principale era ancora il lavoro tra i giovani.
Sopra la chiesa fu costruito un oratorio in cui si tenevano conferenze religiose e discussioni e si organizzavano iniziative per il soccorso dei malati e dei bisognosi; là, inoltre, furono celebrate per la prima volta funzioni consistenti in composizioni musicali su temi biblici e religiosi cantate da solisti e da un coro (da qui il nome "oratorio"). San Filippo era assistito da altri giovani chierici, e nel 1575 li aveva organizzati nella Congregazione dell'Oratorio; per la sua società (i cui membri non emettono i voti che vincolano gli ordini religiosi e le congregazioni), costruì una nuova chiesa, la Chiesa Nuova, a santa Maria "in Vallicella". Diventò famoso in tutta la città e la sua influenza sui romani del tempo, a qualunque ceto appartenessero, fu incalcolabile.
Ma san Filippo non sfuggì alle critiche e all'opposizione: alcuni furono scandalizzati dall'anticonvenzionalità dei suo discorsi, delle sue azioni e dei suoi metodi missionari. Egli cercava di restituire salute e vigore alla vita dei cristiani di Roma in modo tranquillo, agendo dall'interno; non aveva una mentalità clericale, e pensava che il sentiero della perfezione fosse aperto tanto ai laici quanto al clero, ai monaci e alle monache. Nelle sue prediche insisteva più sull'amore e sull'integrità spirituale che sulle austerità fisiche, e le virtù che risplendevano in lui venivano trasmesse agli altri: amore per Dio e per l'uomo, umiltà e senso delle proporzioni, gentilezza e gaiezza - "riso" è una parola che compare spesso quando si tratta di san Filippo Neri.

Il Santo del Giorno 23150A
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeMer 27 Mag 2009, 08:03

Sant' Agostino di Canterbury Vescovo

Il Santo del Giorno 27500 Il Santo del Giorno 27500A

Abate benedettino a Roma, fu invitato da San Gregorio Magno ad evangelizzare l'Inghilterra, ricaduta nell'idolatria sotto i Sassoni. Qui fu ricevuto da Etelberto, re di Kent che aveva sposato la cattolica Berta, di origine franca. Etelberto si convertì, aiutò Agostino e gli permise di predicare in piena libertà. Nel Natale successivo al suo arrivo in Inghilterra, più di diecimila Sassoni ricevettero il battesimo. Il Papa inviò altri missionari e nominò arcivescovo e primate d'Inghilterra Agostino, che cercò di riunire la Chiesa bretone a quella sassone senza riuscirci perché troppo forte era il rancore dei bretoni contro gli invasori sassoni. Suo merito però è stato quello di aver convertito quasi tutto il regno di Kent.

Il Santo del Giorno 27500C Il Santo del Giorno 27500B
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeGio 28 Mag 2009, 11:44

San Germano di Parigi Vescovo

28 maggio

Autun (Francia), fine del V secolo - Parigi, 28 maggio 576

Saint-Germain-des-Prés è oggi tra i quartieri più suggestivi di Parigi. La chiesa che vi sorge è stata ricostruita nel 990, dopo la distruzione dell'abbazia precedente. L'edificio - che sorgeva appunto "nei prati" attorno a Parigi - era stato voluto da re Childerico, che l'aveva donato a Germano (496-576), abate del monastero benedettino di San Sinforiano, cui attribuiva la sua miracolosa guarigione. Saint-Germain divenne il monastero più importante di Parigi e uno dei grandi polmoni spirituali dell'Occidente. Germano fu poi nominato vescovo di Parigi. Oggi riposa nella chiesa che porta il suo nome.

Il Santo del Giorno 54950
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeVen 29 Mag 2009, 11:41

Santa Urszula (Orsola) Ledochowska Religiosa

29 maggio

17 aprile 1865 - Roma, 29 maggio 1939

Giulia Maria Ledochowska, Orsola in religione, nacque nel 1865 a Loosdorf, in Austria. A 21 anni entrò tra le Orsoline di Cracovia. Spese la sua vita a favore del prossimo peregrinando tra la Russia, la Svezia e la Finlandia. Nel 1920 istituì una nuova Congregazione, le Orsoline del Sacro Cuore di Gesù agonizzante. Morì nel 1939.

Il Santo del Giorno 55100
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeDom 31 Mag 2009, 11:41

Pentecoste

31 maggio (celebrazione mobile)



Martirologio Romano: Giorno di Pentecoste, in cui si conclude il tempo sacro dei cinquanta giorni di Pasqua e, con l’effusione dello Spirito Santo sui discepoli a Gerusalemme, si fa memoria dei primordi della Chiesa e dell’inizio della missione degli Apostoli fra tutte le tribù, lingue, popoli e nazioni.

Per gli Ebrei è la festa che ricorda il giorno in cui sul Monte Sinai, Dio diede a Mosè le tavole della Legge – Per la Chiesa Cattolica è la festa che ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli.

Origini della festa
Presso gli Ebrei la festa era inizialmente denominata “festa della mietitura” e “festa dei primi frutti”; si celebrava il 50° giorno dopo la Pasqua ebraica e segnava l’inizio della mietitura del grano; nei testi biblici è sempre una gioiosa festa agricola.
È chiamata anche “festa delle Settimane”, per la sua ricorrenza di sette settimane dopo la Pasqua; nel greco ‘Pentecoste’ significa 50ª giornata. Il termine Pentecoste, riferendosi alla “festa delle Settimane”, è citato in Tobia 2,1 e 2 Maccabei, 12, 31-32..
Quindi lo scopo primitivo di questa festa, era il ringraziamento a Dio per i frutti della terra, cui si aggiunse più tardi, il ricordo del più grande dono fatto da Dio al popolo ebraico, cioè la promulgazione della Legge mosaica sul Monte Sinai.
Secondo il rituale ebraico, la festa comportava il pellegrinaggio di tutti gli uomini a Gerusalemme, l’astensione totale da qualsiasi lavoro, un’adunanza sacra e particolari sacrifici; ed era una delle tre feste di pellegrinaggio (Pasqua, Capanne, Pentecoste), che ogni devoto ebreo era invitato a celebrare a Gerusalemme.

La discesa dello Spirito Santo
L’episodio della discesa dello Spirito Santo è narrato negli Atti degli Apostoli, cap. 2; gli apostoli insieme a Maria, la madre di Gesù, erano riuniti a Gerusalemme nel Cenacolo, probabilmente della casa della vedova Maria, madre del giovane Marco, il futuro evangelista, dove presero poi a radunarsi abitualmente quando erano in città; e come da tradizione, erano affluiti a Gerusalemme gli ebrei in gran numero, per festeggiare la Pentecoste con il prescritto pellegrinaggio.
“Mentre stava per compiersi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano.
Apparvero loro lingue di fuoco, che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.
Si trovavano allora in Gerusalemme giudei osservanti, di ogni Nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita, perché ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua.
Erano stupefatti e, fuori di sé per lo stupore, dicevano: ‘Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?…”.
Il passo degli Atti degli Apostoli, scritti dall’evangelista Luca in un greco accurato, prosegue con la prima predicazione dell’apostolo Pietro, che unitamente a Paolo, narrato nei capitoli successivi, aprono il cristianesimo all’orizzonte universale, sottolineando l’unità e la cattolicità della fede cristiana, dono dello Spirito Santo.

Lo Spirito Santo
È il nome della terza persona della SS. Trinità, principio di santificazione dei fedeli, di unificazione della Chiesa, di ispirazione negli autori della Sacra Scrittura. È colui che assiste il magistero della Chiesa e tutti i fedeli nella conoscenza della verità (è detto anche ‘Paraclito’, cioè ‘Consolatore’).
L’Antico Testamento, non contiene una vera e propria indicazione sullo Spirito Santo come persona divina. Lo “spirito di Dio”, vi appare come forza divina che produce la vita naturale cosmica, i doni profetici e gli altri carismi, la capacità morale di obbedire ai comandamenti.
Nel Nuovo Testamento, lo Spirito appare talora ancora come forza impersonale carismatica. Insieme però, avviene la rivelazione della ‘personalità’ e della ‘divinità’ dello Spirito Santo, specialmente nel Vangelo di san Giovanni, dove Gesù afferma di pregare il Padre perché mandi il Paraclito, che rimanga sempre con i suoi discepoli e li ammaestri nella verità (Giov. 14-16) e in san Paolo, dove la dottrina dello Spirito Santo è congiunta con quella della divina redenzione.
Il magistero della Chiesa insegna che la terza Persona procede dalla prima e dalla seconda, come da un solo principio e come loro reciproco amore; che lo Spirito Santo è inviato per via di ‘missione’ nel mondo, e che esso ‘inabita’ nell’anima di chi possiede la Grazia santificante.
Concesso a tutti i battezzati (1 Corinzi, 12, 13), lo Spirito fonda l’uguale dignità di tutti i credenti. Ma nello stesso tempo, in quanto conferisce carismi e ministeri diversi, l’unico Spirito, costruisce la Chiesa con l’apporto di una molteplicità di doni.
L’insegnamento tradizionale, seguendo un testo di Isaia (11, 1 sgg.) enumera sette doni particolari, sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio. Essi sono donati inizialmente con la grazia del Battesimo e confermati dal Sacramento della Cresima.

Simbologia
Lo Spirito Santo, rarissimamente è stato rappresentato sotto forma umana; mentre nell’Annunciazione e nel Battesimo di Gesù è sotto forma di colomba, e nella Trasfigurazione è come una nube luminosa.
Ma nel Nuovo Testamento, lo Spirito divino è esplicitamente indicato, come lingue di fuoco nella Pentecoste e come soffio nel Vangelo di Giovanni (20, 22); “Gesù disse loro di nuovo: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi. Dopo aver detto questo, soffiò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”.
Lo Spirito Santo, più volte preannunciato nei Vangeli da Gesù, è stato soprattutto assimilato al fuoco che come l’acqua è simbolo paradossale di vita e di morte.
In tutte le religiosità, il fuoco ha un posto fondamentale nel culto ed è spesso simbolo della divinità e come tale adorato. Il dio sumerico del fuoco, Gibil, era considerato portatore di luce e di purificazione; a Roma c’era una fiamma sempre accesa custodita dalle Vestali, simbolo di vita e di forza.
Nell’Antico Testamento, Dio si rivela a Mosè sotto forma di fuoco nel roveto ardente che non si consuma; nella colonna di fuoco Dio Illumina e guida il popolo ebraico nelle notti dell’Esodo; durante la consegna delle Tavole della Legge a Mosè, per la presenza di Dio il Monte Sinai era tutto avvolto da fuoco.
Nelle visioni profetiche dell’Antico Testamento, il fuoco è sempre presente e Dio apparirà alla fine dei tempi con il fuoco e farà giustizia su tutta la terra; anche nel Nuovo Testamento, Giovanni Battista annuncia Gesù come colui che battezza in Spirito Santo e fuoco (Matteo, 3, 11).

La Pentecoste nel cristianesimo
I cristiani inizialmente chiamarono Pentecoste, il periodo di cinquanta giorni dopo la Pasqua. A quanto sembra, fu Tertulliano, apologista cristiano (155-220), il primo a parlarne come di una festa particolare in onore dello Spirito Santo. Alla fine del IV secolo, la Pentecoste era una festa solenne, durante la quale era conferito il Battesimo a chi non aveva potuto riceverlo durante la veglia pasquale.
Le costituzioni apostoliche testimoniano l’Ottava di Pentecoste per l’Oriente, mentre in Occidente compare in età carolingia. L’Ottava liturgica si conservò fino al 1969; mentre i giorni festivi di Pentecoste furono invece ridotti nel 1094, ai primi tre giorni della settimana; ridotti a due dalle riforme del Settecento.
All’inizio del XX secolo, fu eliminato anche il lunedì di Pentecoste, che tuttavia è conservato come festa in Francia e nei Paesi protestanti.
La Chiesa, nella festa di Pentecoste, vede il suo vero atto di nascita d’inizio missionario, considerandola insieme alla Pasqua, la festa più solenne di tutto il calendario cristiano.

La Pentecoste nell’arte
Il tema della Pentecoste, ha una vasta iconografia, particolarmente nell’arte medioevale, che fissò l’uso di raffigurare lo Spirito Santo che discende sulla Vergine e sugli apostoli nel Cenacolo, sotto la forma simbolica di lingue di fuoco e non di colomba.
Lo schema compositivo richiama spesso quello dell’Ultima Cena, trovandosi nello stesso luogo, cioè il Cenacolo, e lo stesso gruppo di persone: Gesù è sostituito da Maria e il posto lasciato vuoto da Giuda viene occupato da Mattia.
Viene così a comunicarsi il valore dell’unità dell’aggregazione e successione apostolica, oltre che la sua disposizione a raggiungere i confini del mondo.

Nella Liturgia
Lo Spirito Santo viene invocato nel conferimento dei Sacramenti e da vero protagonista nel Battesimo e nella Cresima e con liturgia solenne nell’Ordine Sacro; e in ogni cerimonia liturgica, ove s’implora l’aiuto divino, con il magnifico e suggestivo inno del “Veni Creator”, il cui testo in latino è incomparabile.
Nella solennità di Pentecoste si recita la Sequenza, il cui testo della più alta innologia liturgica, si riporta a conclusione di questa scheda come preghiera, meditazione, invocazione allo Spirito Santo.


Veni creator

Veni, creator Spiritus,
mentes tuorum visita,
imple superna gratia
quae tu creasti pecora.

Qui diceris Paraclitus,
donum Dei altissimi,
fons vivus, ignis, caritas
et spiritalis unctio.

Tu semptiformis munere,
dextrae Dei tu digitus,
tu rite promissum Patris
sermone ditans guttura.

Accende lumen sensibus,
infunde amorem cordibus,
infirma nostri corporis
virtute firmans perpeti.

Hostem repellas longius
pacemque dones protinus;
ductore sic te praevio
vitemus omne noxium.

Per te sciamus da Patrem,
noscamus atque Filium,
te utriusque Spiritum
credamus omni tempore.
Amen.


Vieni Santo Spirito (Sequenza)

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni padre dei poveri,
vieni datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto conforto.

O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
sana ciò ch’è sviato.

Dona ai tuoi fedeli
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.
Amen.
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeLun 01 Giu 2009, 08:57

San Giustino martire

La sua famiglia è di probabile origine latina e vive a Flavia Neapolis, in Samaria. Nato nel paganesimo, Giustino studia a fondo i filosofi greci, e soprattutto Platone. Poi viene attratto dai Profeti di Israele, e per questa via arriva a farsi cristiano, ricevendo il battesimo verso l'anno 130, a Efeso. Ma questo non significa una rottura con il suo passato di studioso dell'ellenismo. Negli anni 131-132 lo troviamo a Roma, annunciatore del Vangelo agli studiosi pagani. Al tempo stesso, Giustino si batte contro i pregiudizi che l'ignoranza alimenta contro i cristiani. Famoso il suo «Dialogo con Trifone». Predicatore e studioso itinerante, Giustino soggiorna in varie città dell'Impero; ma è ancora a Roma che si conclude la sua vita. Qui alcuni cristiani sono stati messi a morte come "atei" (cioè nemici dello Stato e dei suoi culti). Scrive una seconda Apologia, indirizzata al Senato romano, e si scaglia contro il filosofo Crescente. Ma questo sta con il potere, e Giustino finisce in carcere, anche lui come "ateo", per essere decapitato con altri sei compagni di fede, al tempo dell'imperatore Marco Aurelio

Il Santo del Giorno 23200
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeMar 02 Giu 2009, 11:14

Santi Marcellino e Pietro Martiri

2 giugno - Memoria Facoltativa

m. 304

Marcellino, sacerdote, e Pietro, esorcista, furono martirizzati soto Diocleziano (c. 303). Papa Damaso, ancora fanciullo, raccolse dallo stesso carnefice il racconto del martirio avvenuto a Roma in località Torpignattara sulla Casilina. La loro deposizione il 2 giugno è ricordata dal martirologio geronimiano (sec. VI)

Il Santo del Giorno 27550
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeMer 03 Giu 2009, 19:24

Santi Carlo Lwanga e 12 compagni Martiri

Tra il 1885 e il 1887, in Uganda i cristiani subirono una violenta persecuzione. Le vittime furono un centinaio. Tra loro Carlo, domestico del re Muanga dell'antico regno indipendente del Buganda, bruciato vivo insieme a dodici compagni il 3 giugno 1886. Carlo Lwanga, capo dei paggi reali, era stato battezzato durante l'evangelizzazione attuata dai Padri Bianchi, fondati dal cardinale Lavigerie. Inizialmente la loro opera, avviata nel 1879, venne ben accolta dal re Mutesa così come dal successore Muanga, che però si fece influenzare dal cancelliere del regno e dal capotribù. Tanto che decise la soppressione fisica dei cristiani, alcuni dei quali uccise con le proprie mani. Oggi il calendario ricorda ventidue martiri dell'Uganda, beatificati il 6 giugno 1920 da Benedetto XV e canonizzati da Paolo VI l'8 ottobre 1964. A loro è stato inoltre dedicato un grande santuario a Namugongo consacrato da Paolo VI nel 1969.

Il Santo del Giorno 23250B
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeGio 04 Giu 2009, 12:23

San Francesco Caracciolo Sacerdote

4 giugno

Villa S. Maria, Chieti, 13 ottobre 1563 - Agnone, 4 giugno 1608

Si chiamava Ascanio Caracciolo e aveva il recapito presso la Congregazione dei Bianchi della Giustizia, che si dedicava all'assistenza dei condannati a morte, dove operava anche un altro sacerdote suo omonimo. Un giorno giunse una lettera, scritta dal genovese Agostino Adorno e da Fabrizio Caracciolo, abate di Santa Maria Maggiore di Napoli. I due si rivolgevano ad Ascanio Caracciolo - ma a quale dei due? - per chiedergli di collaborare alla fondazione di un nuovo Ordine, quello dei Chierici Regolari Minori. Il postino recapitò la lettera al giovane sacerdote, nato il 13 ottobre 1563 a Villa Santa Maria di Chieti e trasferitosi a Napoli a ventidue anni di età per completarvi gli studi teologici. All'eremo di Camaldoli scrisse la Regola, approvata poi nel 1588. L'anno dopo Ascanio emetteva i voti religiosi assumendo il nome di Francesco. Nel 1593 la piccola Congregazione tenne il primo capitolo generale e Francesco dovette accettare per obbedienza la carica di preposito generale. Intanto la congregazione approdava a Roma, alla chiesa di Sant'Agnese in piazza Navona. Francesco morì il 4 giugno 1608

Il Santo del Giorno 55750
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeSab 06 Giu 2009, 19:29

San Norberto Vescovo

6 giugno - Memoria Facoltativa

Il Santo del Giorno 27650
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
Luminiscente
+CSS+ Lettore
+CSS+ Lettore
Luminiscente


Numero di messaggi : 154
Data d'iscrizione : 08.03.09
Età : 65
Località : Repubblica Pisana

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeMer 17 Giu 2009, 08:36

Oggi vorrei ricordare il Santo Patrono della mia città Very Happy

S. Ranieri pisanoRanieri nacque a Pisa nel 1118, unico figlio di Gandulfo Scacceri e di Mingarda Buzzaccherini, entrambi di famiglia benestante. I genitori gli affiancarono negli studi don Enrico di San Martino in Kinzica, ma il giovane trascurò gli insegnamenti cristiani e preferì coltivare la musica (imparò a suonare la lira) e il canto. Fu a 19 anni che Ranieri, in seguito all'incontro con un eremita còrso, decise di cambiare vita e recarsi in Terra Santa. Indossò la pilurca, la veste del penitente consegnata a tutti i pellegrini che si recavano al monte Calvario, e trascorse un lungo periodo presso gli eremiti in Palestina, dove si dice che compì numerosi miracoli. Già circondato da fama di santità, rientrò a Pisa nel 1154, dopo 13 anni trascorsi in Terra Santa. Laico come del resto numerosi santi di quel secolo, Ranieri fu ricordato dai pisani anche per l'abitudine di donare pane e acqua benedetti, ragione per la quale il canonico Benincasa, suo discepolo (che nel 1162 si incaricò di scrivere una Vita del Santo) lo chiamava anche 'Ranieri dall'Acqua'. Ranieri morì dopo sette anni dal suo rientro, il 17 giugno 1161. Nel 1632 l'Arcivescovo di Pisa, il Clero locale e il Magistrato pisano, con l'assenso della Sacra Congregazione dei Riti, elessero Ranieri patrono principale della città e della diocesi. Il 25 marzo 1688, in occasione del Capodanno Pisano, l'urna contenente le spoglie del patrono venne solennemente traslata nella cappella dell'Incoronata nel Duomo di Pisa; fu l'occasione per una memorabile festa cittadina, dalla quale, secondo la tradizione, ebbe inizio la triennale illuminazione di Pisa che in seguito prese il nome di Luminara, divenne annuale e fu fu spostata al 16 giugno, vigilia della festa del Santo.
Torna in alto Andare in basso
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeMer 17 Giu 2009, 10:16

Grazie Sire
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
ceskoh
+CSS+ Scrivano
+CSS+ Scrivano
ceskoh


Numero di messaggi : 647
Data d'iscrizione : 31.12.08
Età : 30
Località : Vicenza

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeMer 17 Giu 2009, 20:08

Sia lodata l'anima sua! hail
Torna in alto Andare in basso
Ospite
Ospite




Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: 6 luglio :Santa Maria Goretti (martire ad 11 anni)   Il Santo del Giorno Icon_minitimeLun 06 Lug 2009, 11:27

Nacque a Corinaldo (Ancona) il 16 ottobre 1890, figlia dei contadini Luigi Goretti e Assunta Carlini, Maria era la seconda di sei figli. I Goretti si trasferirono presto nell'Agro Pontino. Nel 1900 suo padre morì a causa della Malaria la madre disperata dovette iniziare ne c a lavorare nei campi , ma Maria già sensibilissima al senso del dovere cristiano mollo giochi e scuola per dedicarsi anima e corpo ai lavori di casa ed ai fratelli confidando sempre in Dio, enigmatica la celebre frase che pronunciò alla madre disperata: DIO NON CI ABBANDONERA'. A undici anni Maria fece la Prima Comunione e maturò il proposito di morire prima di commettere dei peccati. Alessandro Serenelli, un giovane di 18 anni, s' innamorò di Maria. Il 5 luglio del 1902 la aggredì e tentò di violentarla. Alle sue resistenze la accoltellò piu volte all'addome al cuore alla gola .``Maria morì dopo un'operazione, il giorno successivo, e prima di spirare perdonò Serenelli. L'assassino fu condannato a 30 anni di prigione. Si pentì e si convertì solo dopo aver sognato Maria che gli diceva avrebbe raggiunto il Paradiso. Quando fu scarcerato dopo 27 anni chiese perdono alla madre di Maria. Maria Goretti fu proclamata santa nel 1950 da Pio XII.

La fiugura della giovane martire Maria Goretti esula dal moralismo cristiano , che è comunque alla base della purezza della santa, ma è uno spledido esempio di dedizione totale alla famiglia nella preghiera e nella completa fiducia verso Dio , padre silenzioso ma presente nella costanza dell 'amore.

Maria è proprio il classico esempio di come NON sono i giovani figli di questo mondo.
Torna in alto Andare in basso
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeLun 06 Lug 2009, 11:46

Grazie d'averci ricordato questo splendido esempio
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
cibborio
+CSS+ Lettore
+CSS+ Lettore
cibborio


Numero di messaggi : 265
Data d'iscrizione : 04.03.09
Età : 48
Località : Roma

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeLun 06 Lug 2009, 23:11

Amen
Torna in alto Andare in basso
don liga
+CSS+ Lettore
+CSS+ Lettore
don liga


Numero di messaggi : 11
Data d'iscrizione : 28.07.09

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeMar 28 Lug 2009, 23:48

ancora qua con l abbazia.. nn ti stanchi mai..vero bue...

( non mi piace tanto l abbazia.. la frequenterò poco...)
Torna in alto Andare in basso
buemuskiato
+CSS+ Gran Maestro Admin
+CSS+ Gran Maestro Admin
buemuskiato


Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 29.12.08
Età : 52
Località : BorgoStorto

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeMer 29 Lug 2009, 00:10

shhhhhhh

don, siamo in un luogo Sacro...

comunque, bentornato Smile
Torna in alto Andare in basso
https://santosepolcro.forumattivo.com
joeblack
+CSS+ Lettore
+CSS+ Lettore
joeblack


Numero di messaggi : 135
Data d'iscrizione : 31.12.08
Età : 57
Località : cagliari

Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitimeMer 29 Lug 2009, 07:29

buemuskiato ha scritto:
shhhhhhh

don, siamo in un luogo Sacro...

comunque, bentornato Smile

con la foto, sembra quasi un filmato Cool

che dio sia lodato hail
Torna in alto Andare in basso
Contenuto sponsorizzato





Il Santo del Giorno Empty
MessaggioTitolo: Re: Il Santo del Giorno   Il Santo del Giorno Icon_minitime

Torna in alto Andare in basso
 
Il Santo del Giorno
Torna in alto 
Pagina 1 di 2Vai alla pagina : 1, 2  Successivo

Permessi in questa sezione del forum:Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
+CSS+ :: ZONA PUBBLICA :: Abbazia-
Vai verso: